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San Pietro ad Oratorium

La Chiesa di San Pietro ad Oratorium si trova a circa 40 km dall'Aquila, nel territorio del Comune di Capestrano, nella fertile piana del fiume Tirino che al tempo della fondazione passava 200m a sinistra della chiesa, mentre oggi passa a destra.
Si narra che la chiesa fu costruita nel 752 da Desiderio, ultimo re dei Longobardi, anche se un'esistente ara pagana su cui è eretto il ciborio presbiterale può far pensare ad una costruzione precedente.
San Pietro ad Oratorium

La Storia

Fu rinnovata nel 1100 sulle rovine dell'antica chiesa, e consacrata nel 1117 da Papa Pasquale I, che concesse ad essa molti privilegi. Il marmoraro che ornò il portale ne riassunse la storia con questa iscrizione: A Rege Desiderio fundata anno milleno centeno renovata (= fondata da re  Desiderio restaurata nel 1100).
San Pietro ad Oratorium San Pietro ad Oratorium

L'Architettura

La facciata è estremamente semplice ed si apre al centro con un unico ingresso e una finestrella rettangolare. Numerose pietre incastrate nelle mura della chiesa sono state riutilizzate da costruzioni romane e frammenti dell'edificio precedente; tra queste notevoli sono dei blocchi con intrecci nastriformi risalenti al secolo IX.
San Pietro ad Oratorium San Pietro ad Oratorium San Pietro ad Oratorium

L'Esterno della Chiesa

Sulla parte posteriore della chiesa le tre absidi presentano ciascuna una sottile finestrella a feritoia. Il portale principale della chiesa, al centro della facciata, è sormontato da un doppio arco a tutto sesto, diviso in cornici irregolari di pietra, sulle quali sono scolpiti ornamenti simmetrici risalenti all'epoca longobarda. Lo stesso motivo ornamentale viene ripetuto due volte: il primo giro è ottenuto con otto palmette con alberello centrale e boccioli intercalati, mentre un secondo giro di palmette minori adorna il più sottile arco di scarico al di sopra del primo. L'opera deriva direttamente dai portali di S. Liberatore della scuola della Maiella.

Nella lunetta c'è un pregevole affresco che doveva raffigurare San Pietro in trono, oggi assai deteriorato. I due stipiti del portale, con basi e capitelli poco sporgenti, presentano decorazioni e bassorilievi di epoca bizantina. Alla destra del portale c'è un rettangolo con la figura intera di un santo in altorilievo, che stringe nelle mani un libro. A fianco si legge: S. VINCENZUS DIACUNUS; la scritta si riferisce forse alla donazione che lo stesso Desiderio fece della chiesa di S. Pietro al Monastero di S.Vincenzo al Volturno. Lungo il fianco destro della chiesa si apre un portale secondario i cui stipiti sorreggono due mensole intagliate con motivi classici ispirato a forme derivate dalla cornice benedettina.

Il Bassorilievo con Davide

San Pietro ad Oratorium Sul fianco sinistro del portale accanto allo stipite c'è un bassorilievo col busto di Davide, coperto di clamide, con fibula sulla spalla destra, che guarda in alto e indica con un dito una iscrizione situata fuori dalla linea del quadro: "sculptor imago apparuit ito insomnis hec" da alcuni interpretata come "Lo scultore decise questa sistemazione in seguito ai suoi sogni, durante i quali ne ebbe l'ispirazione".
San Pietro ad Oratorium

Il Quadrato Magico

Sempre a sinistra del portale principale è incassata una pietra, resto dell'antica costruzione del secolo IX, inserita a rovescio nella muratura. Essa contiene il cosiddetto quadrato magico, formato da cinque parole di cinque lettere ciascuna che si possono leggere da sinistra verso destra, da destra verso sinistra, dall'alto verso il basso e dal basso verso l'alto. Le cinque parole "rotas - opera - tenet - arepo - sator" che significano "ovunque - opera - tiene - aratro - seminatore", sono state variamente interpretate, e alcuni studiosi hanno ritenuto che nascondessero l'anagramma delle parole pater noster. Potrebbe anche esserci un riferimento al fatto che il territorio su cui sorge la chiesa si chiama ancora oggi Araturo.
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L'Interno della Chiesa

L'interno dell'edificio è molto sobrio; la pavimentazione è in lastre di pietra e la copertura a capriate lignee. L'ambiente è reso particolarmente suggestivo dalla tenue illuminazione che discende dalle monofore e da qualche finestrella rettangolare nelle navatelle. La chiesa è divisa in tre navate, con tre absidi. Le navate sono divise da sette arcate per ogni lato che poggiano su pilastri quadrilateri. Il presbiterio è indicato solo da tre gradini che precedono l'altare. I pilastri presentano capitelli con decorazioni che riproducono elementi vegetali (foglie, gambi, fiori) e qualche figurina zoomorfa.

Lo Stemma in Pietra

San Pietro ad Oratorium Appena entrati, a sinistra della porta principale, c'è un grande stemma in pietra scolpita con l'iscrizione: "su r. duce alfonso ecle patrono Hieronimus spesius restauravit 1525". In tale data venne qui celebrato il matrimonio tra Antonio Piccolomini e Maria D'Aragona; lo stemma con 5 mezzelune e la croce era dei Piccolomini, quello con giglio, croce e corona degli Aragonesi, il terzo stemma è dell'Abate Priore Gerolamo che celebrò il matrimonio. Antonio Piccolomini era il signore del castello di Capestrano e dei villaggi circostanti.

Il Presbiterio

Un gradino all'altezza della prima arcata delimita la zona presbiterale, dominata dall'altare, un'ara pagana sovrastata da un rettangolo di pietra, su cui si possono notare ancora i segni della combustione dei sacrifici. Al centro è incassata una pietra quadrata bianca, che contiene certamente reliquie. L'altare è coronato da un fine ciborio duecentesco, sostenuto da quattro colonne e architravi su cui s'innalzano archetti intrecciati in due ordini, sovrastati da una piccola cupola poligonale.
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Gli Affreschi

In questo ambiente essenzialmente monocromatico risalta stupendamente il ciclo di affreschi absidali, prevalentemente nelle tonalità calde dell'ocra. Databile alla prima metà del XII secolo, costituisce il ciclo più antico della regione. I temi iconografici sono quelli tipici del repertorio figurativo medievale e mostrano una evidente somiglianza alle miniature dei manoscritti.

Sull'arco absidale c'è una vasta composizione con Cristo che siede su un trono e benedice alla maniera greca, reggendo con la sinistra il libro aperto. Intorno sono disposti i simboli dei quattro Evangelisti: l'angelo e l'aquila in alto, il leone e il toro in basso. Più in basso e in modo da seguire la curva dell'arco, si snodano in fila i 24 Signori dell'Apocalisse, con barba e capelli bianchi, e in atto di alzare le coppe d'oro verso Cristo. Degli affreschi absidali restano solo due gruppi di tre santi ciascuno, inquadrati entro arcate sostenute da colonnine.

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